Il grande massiccio del Pratomagno si estende in prevalenza sulla Provincia di Arezzo, ma con la sua parte più a nord (zona Vallombrosa) s’insinua anche nella Provincia di Firenze. Geograficamente la montagna divide il Casentino dal Valdarno Superiore e da ogni punto del suo crinale è possibile osservare entrambe queste valli. Sono diversi  i percorsi che fin dal Medioevo attraversavano il massiccio unendo queste due terre, le prime bagnate dall’Arno.
Il simbolo del Pratomagno è la grande celebre croce di ferro sul suo crinale a 1592 metri di quota. Ma la caratteristica per cui il monte è conosciuto
deriva dal suo nome: un grande prato che corre sulla quasi totalità del suo crinale da Monte Lori al Monte Secchieta dal quale è possibile godersi incredibili panorami su mezza Toscana. Questo lo rende un luogo ideale sia per fare brevi passeggiate che per affrontare impegnativi itinerari. L'’ambiente naturale è alquanto mutevole nei colori e nelle condizioni ambientali a seconda del momento del giorno e delle stagioni, come le passeggiate sui prati nelle notti di luna piena. Il crinale del Pratomagno è inoltre un sorta di giardino naturale. Da aprile a settembre vi nascono tantissime varietà di fiori dai mille colori. Ma il fascino del Pratomagno non è solo il suo crinale. Vegeti boschi di faggio, abete, castagno, quercia e altre tipologie di piante sono presenti sulle sue pendici, più dolci quelle casentinesi, più ripide e rocciose quelle valdarnesi.
Piccoli e incantevoli borghi, ricchi di storia, con piacevoli e armoniose architetture, spesso con pregevoli opere d’arte conservate nelle loro chiese si trovano tra i 700 e 1000 metri di quota. Quasi tutti hanno origine medievale e furono per la maggior parte castelli o centri fortificati. Fino al secondo dopo guerra questi piccoli centri hanno tratto dal Pratomagno la quasi totalità dei loro bisogni per vivere.: d
ai boschi legno, carbone e castagne, mentre cereali e patate erano spesso coltivati in piccoli fazzoletti di terra ricavati nei posti più impensabili. Carne, lana, latte e derivati di questo erano il frutto dei pascoli della montagna ed ancora oggi nel periodo estivo non è raro incontrare mucche e cavalli al pascolo.

Ecco una delle mie proposte giornaliere:

Escursione ad anello con partenza dal piccolo borgo di origine medievale di Montemignaio per raggiungere la vetta del Monte Secchieta attraverso sentieri immersi in vecchi castagneti e boschi di faggio e con bellissimi scorci panoramici sul Casentino e sul Valdarno

Partenza: Montemignaio (AR)

Durata: 6 ore (soste incluse)

Lunghezza: 13 km.

Dislivello: 700 mt.

Difficoltà: E

Impegno fisico: modesto per lunghezza e dislivello

Periodo consigliato: primavera, estate, autunno, inverno


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